CreditWeek 2025: oltre la compliance, costruire fiducia attraverso la conoscenza della controparte
Durante l’edizione 2025 della CreditWeek tenutasi al Palazzo del Ghiaccio di Milano, il panel “Chi c’è davvero dall’altra parte?” ha proposto una riflessione concreta e multidisciplinare su KYC, AML, frodi applicative e irreperibilità, offrendo strumenti e strategie per decisioni aziendali più consapevoli.
Dalla teoria alla pratica: un nuovo approccio al rischio
Cosimo Panareo e Federico Provinciali, promotori del panel, hanno aperto i lavori sottolineando l’urgenza di superare una visione autoreferenziale della compliance. La lotta alle frodi non può essere solo tecnica o legale, ma deve diventare un asset culturale e organizzativo condiviso.
“Non vogliamo solo buone pratiche, ma contaminazioni reali tra dati, decisioni e contesto”, ha dichiarato Panareo, promuovendo un dialogo trasversale tra analisti, manager e operatori.
I punti chiave emersi dal dibattito
1. Il rischio non si controlla solo, si interpreta.
Come ha ricordato Cristiano Iurilli, l’intelligenza artificiale è utile solo se accompagnata dalla capacità umana di leggere i segnali. Il vero valore non sta nel “controllare” ma nel “comprendere” i dati.
2. La prevenzione inizia dall’onboarding.
Loredana Volpe ha evidenziato come un buon processo di selezione iniziale migliori qualità del portafoglio, pricing e tempi d’istruttoria. L’approccio comportamentale continuo – con segnali deboli, OSINT e bad news – è cruciale.
3. Digitalizzazione e rischio: servono nuove strategie.
Luca Reverberi ha parlato delle sfide operative nelle banche digitali, dove il contatto umano è assente. La soluzione? Integrazione tra AI, intelligenza umana, verifiche fisiche e strumenti investigativi per compensare l’asimmetria informativa.
4. AML come leva di posizionamento strategico.
Federico Provinciali ha spinto per un cambio di paradigma: il risk management non come freno, ma come vantaggio competitivo. Un’azienda che sa “con chi ha a che fare” è più solida, credibile e sostenibile.
5. Compliance e business: obiettivi comuni.
Tutti i relatori hanno concordato sulla necessità di una cooperazione tra funzioni aziendali. L’AML non è solo un compito del risk manager, ma deve diventare parte della cultura commerciale, del credito, e delle operations.
Verso una valutazione integrata del rischio
Nicola Colacino e Matteo Moggia hanno ribadito l’importanza di un approccio integrato tra strumenti tecnologici, analisi comportamentali e presidi investigativi. La prevenzione diventa efficace solo se supportata da una mappatura dinamica delle informazioni e da competenze trasversali.
“Non stiamo prevenendo se ci limitiamo a documentare il fallimento”, ha provocato Iurilli.
Un nuovo standard operativo per il settore
Il panel ha segnato un punto di svolta: non più silos tra compliance, tecnologia e business, ma una filiera del rischio condivisa, dove BI specialistiche, AI, KYC, AML e antifrode si integrano in una logica predittiva e strategica.
La sfida, ora, è rendere questi spunti operativi nei processi quotidiani. Come ha concluso Panareo:
“La vera innovazione arriva quando ci si sforza di capire il linguaggio dell’altro.”





